Child survival in a changing climate

by Luca Catalano Gonzaga

Il sistema economico in cui siamo immersi genera ovunque situazioni di ineguaglianza, depauperamento e prevaricazione. Viviamo in una società accecata da un’esigenza di crescita per la crescita, in cui l’illimitatezza della produzione e del consumo, porta solo allo sfruttamento delle risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili e all’incremento di rifiuti e di spreco, vale a dire all’inquinamento dell’acqua e dell’aria. Questo circolo vizioso è una delle cause, insieme al cambiamento climatico, delle grandi trasformazioni sociali e ambientali che colpiscono principalmente la quotidianità di quelle popolazioni che vivono nei Paesi cosiddetti di “frontiera” o di “confine”. La terra è un equilibrio fragile non solo nei meccanismi dell’ecosistema, ma anche nel funzionamento globale delle società umane. Tutto questo disordine che distrugge le risorse prime al sostentamento, causato da inquinamento, siccità, desertificazione o degrado del suolo, impedisce così alle popolazioni locali di continuare a vivere secondo i loro modi tradizionali. Tutelare lo “spirito del luogo” vuol dire aiutare i suoi abitanti a restare invece che a scappare per diventare “profughi climatici” o “eco-profughi”, persone in movimento che non possono più vivere nel territorio in cui sono nate e cresciute. “Child survival in a changing climate” è un progetto del fotografo Luca Catalano Gonzaga, sostenuto dalla Fondazione Nando ed Elsa Peretti, che ha come obiettivo quello di documentare le conseguenze dei cambiamenti climatici sull’ambiente e la vita degli abitanti, con una attenzione particolare ai bambini, prime vittime di questo evento epocale. Un viaggio per raccontare l’aumento della desertificazione del Gobi in Mongolia fino ai campi profughi del Dadaab in Kenya passando per i ghiacciai del Nepal, i villaggi della Zambia colpiti dalla malaria, le zone desertificate del Sahel in Burkina Faso, la deforestazione del Borneo in Indonesia, l’innalzamento del livello del mare nel Golfo del Bengala in Bangladesh e i parchi eolici in India. (testo a cura di Sebastiano Caputo).

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