Montagnards, sons of the mountains

by Luca Catalano Gonzaga

Economicamente dipendenti da un’agricoltura di sopravvivenza e da un artigianato povero che ha come unico sbocco il mercato locale, i Degar, o Montagnard, come i francesi li avevano ribattezzati, stanno rischiando di essere cacciati dagli Altopiani Centrali del Vietnam, dove vivono da secoli e per secoli hanno difeso da ogni penetrazione straniera. E’ un popolo che rivendica il riconoscimento dello status di nazione autonoma. Anche durante i 60 anni di dominio coloniale francese la presenza vietnamita in questa regione è stata abbastanza contenuta. Molto incisiva è stata invece l’opera di evangelizzazione dei missionari cattolici, il che spiega perché i Montagnard abbiano abbracciato la fede cattolica e perchè questa regione pulluli di chiese . Con la sconfitta della Francia nella sanguinosa guerra di Indocina nel 1954, i confini della regione vengono ridisegnati e con essi anche il destino dei Montagnard. Il 17° parallelo che, su decisione delle grandi potenze avrebbe diviso il Vietnam del Nord comunista da quello del Sud sostenuto dagli USA, corre proprio lungo gli Altopiani centrali. La terra dei Montagnard viene cosi a trovarsi nel cuore di un’area strategica dove l’esercito americano ha molte basi militari. Gruppi Montagnard decidono di combattere a fianco degli Americani e si arruolano dopo essere stati addestrati da ufficiali USA. Da allora i Vietnamiti li considerano alleati dell’ex nemico e una minaccia per l’unità nazionale duramente conquistata nel 1975, quando l’esercito del Vietnam del Nord giunge a Saigon e l’ultimo elicottero americano lascia il Vietnam sancendo la fine dell’impegno Usa nel conflitto. Gli Altopiani centrali rimangono isolati per molti anni, chiusi al mondo esterno. Continua la “vietnamizzazione” di questa regione, dove ormai i Montagnard sono molto pochi. Chi ha potuto è emigrato negli Stati uniti. Il governo di Hanoi viene frequentemente richiamato al rispetto dei diritti umani da parte di numerose Organizzazioni Internazionali . A queste accuse le autorità vietnamite ribadiscono che la religione rappresenta una copertura dietro la quale i Montagnard nasconderebbero il loro movimento autonomista. Alcune foto sono state scattate a Kontum, cuore del cattolicesimo vietnamita e nei villaggi circostanti e testimoniano della profonda religiosità di questa gente. Ogni giorno prima che il sole sorga, centinaia di persone raggiungono i luoghi di culto per partecipare alla messa del mattino. Quando la chiesa non riesce ad accogliere i fedeli, il parroco sistema un altoparlante nel piazzale adiacente per permettere a tutti di ascoltare la funzione. La fede è per questa gente l’unica una forma di resistenza alla discriminazione e alla repressione. Altre foto riprendono alcune delle 127 famiglie Montagnard che hanno dovuto abbandonare la vallata ai piedi della diga idroelettrica di Daklin dove l’acqua ha ormai invaso quelle che erano loro terre. Il governo centrale ha concesso a queste famiglie, oltre a 10.000$ come indennizzo per essere stati costretti ad abbandonare i loro villaggi, anche 15.000$ per ricostruirsi una casa e acqua, cibo ed elettricità gratis per quattro anni, il tempo utile per ricominciare una nuova esistenza. Non tutti sono stati previdenti; per molte famiglie disporre di una cifra del genere ha ingenerato un incontenibile spinta verso spese non necessarie (elettrodomestici, moto, tv). Quel piccolo patrimonio che avrebbe permesso di ricominciare è andato in fumo e oggi sono in tanti a ritrovarsi senza casa né un morso di terra da coltivare. (testo a cura di Luca Catalano Gonzaga).

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